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Le buone intenzioni

Siamo all’inizio del secondo quartale del secolo. Servono buone intenzioni per il 2025. L’anno scorso è stato un anno contrastato in termini di politica di sicurezza. Per quanto riguarda le finanze dell’esercito, i politici dell’area borghese hanno partorito un topolino. Sembrava che all’ordine del giorno vi fosse il fatto di dover salvare la faccia piuttosto che agire. Dopo le discussioni sul budget dell’esercito, seguono ora quelle sul successivo. Le buone intenzioni da sole non porteranno lontano.

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Edizione 1/2025

“Cosa sta cambiando nel mondo della difesa?

La RMSI ha le risposte! 🇨🇭 Prossimamente nelle vostre bucalettere, il primo numero del 97° anno della rivista, con un’analisi approfondita della guerra in Ucraina, uno sguardo al futuro dell’Esercito svizzero e molto altro! Scopri le ultime novità sull’addestramento, l’innovazione tecnologica, la storia e le sfide etiche delle nostre forze armate.

Approfondimenti esclusivi sulla discriminazione nell’esercito, l’archivio delle truppe ticinesi e curiosità storiche come lo SMERŠ.

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“C’è sempre un altro modo”

Cosa preoccupa la popolazione svizzera? Quanto prendono sul serio le minacce e i cambiamenti? A chi possiamo e dobbiamo ancora credere in una società “sovrainformata e sottoinformata” e forse non più interessata a temi poco piacevoli? La crescente sovrasaturazione di informazioni sta portando a una crescente incertezza. La sicurezza è una sensazione soggettiva o una realtà oggettiva? “C’è sempre un altro modo”: la citazione è di Thomas Mann. La percezione e la verità non possono più essere chiaramente separate. A seconda delle intenzioni, ciò avviene in modo abbastanza deliberato. Le “operazioni di influenza” fomentano la polarizzazione e manipolano le nostre aspettative.

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Cooperazione militare e Rubicone elvetico

Conoscersi, imparare degli altri, esercitarsi insieme sono opportunità preziose, che vanno innanzitutto a vantaggio delle forze armate svizzere. Questo ci allontana dalla neutralità? La partita si gioca sul piano politico, non su quello tecnico. Ma è giusto porsi il problema dei limiti. Non in base a stereotipi e dogmatismi ma con lucidità e pragmatismo.

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L’immagine delle dirigenti donne in Svizzera con o senza esperienza nell’esercito

La diversità nel management giova a un’impresa (v. ad es. Cuddy et al. [2008]; Kite et al., 2008, pag. 208).

Ciononostante le posizioni dirigenziali continuano a essere occupate prevalentemente da uomini. Una delle cause sono i modelli di pensiero stereotipati. Gli uomini sono visti sovente come persone autonome, sicure di sé e produttive; la figura della donna è invece spesso associata a socievolezza e orientamento alla comunità.

È interessante notare come la manifestazione di socievolezza venga ritenuta la maggior parte delle volte più importante delle competenze. Per le donne che occupano posizioni dirigenziali può risultare svantaggioso, dato che la gestione è spesso identificata con il possesso di determinate abilità.

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AQUA 24

AQUA 24 , membro dell'esercito che sgombera le macerie dopo le tempeste nel Ticino. ©DDPS/Dominic Wenger

Gli ingredienti per il successo

Difendere, proteggere, aiutare. Sono questi i principali ambiti di impiego dell’Esercito svizzero ed è quindi naturale che qualora siamo chiamati ad intervenire, si tratti di situazioni complesse, dure, tragiche.

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